17 set 2011

18 settembre 1983, Modena - Sanremese 1-0

18 settembre 1983
Il Modena va in gol, soffre e finalmente gioisce – I canarini sono riusciti a piegare la Sanremese con calcio piazzato di Melotti, chiudendosi in una difesa affannata
1-0
 
MODENA: Tortora; Bottaro, Torroni; Ferrari (72° Osellame), Melotti, Re; Arzeni, Barlassina, Gabbriellini, Cuoghi, Rabitti. All. Mazzanti.
SANREMESE: Meani; Arecco, Lugnan; Sala, Cichero, Bordin; Perico, Ogliari, Sberveglieri, Onorini (69° De Luca), Lapa (51° Monari). All. Caboni
Marcatori: al 30° Melotti.
Note: giornata tiepida, terreno in buone condizioni. Spettatori: circa 7.000. Angoli: 8-3 per il Modena.
 
Leo Turrini
MODENA — Prima considerazione di un tiepido pomeriggio di fine estate: il Modena è in testa alla classifica. Può sembrare un'esagerazione, ma tant'è: dopo un anno di sofferenze, il successo inaugurale del canarino edizione-Mazzanti spinge a comode esasperazioni, finalmente in chiave positiva. Al suo debutto dopo mesi di lavoro agrodolce, la squadra
gialloblu ha trovato quel che cercava, castigando, seppur di misura, una Sanremese che in Coppa Italia aveva fatto cose buone. Una vittoria pulita, magari non esaltante ma meritata: il Modena ha regalato poco al suo pubblico, preferendo badare alla sostanza. Un primo tempo pimpante, giocato su ritmi soddisfacenti, condito con trame talvolta persino eleganti, legittimo preludio al gol di Melotti, difensore specialista dei calci piazzati; poi, nella ripresa, si è imposta una dolce linea grigia, con i liguri ad incarognirsi nella ricerca del pari e padroni di casa a penare oltre misura nella trincea. La partita, insomma, conferma pregi e difetti della famiglia gialloblu, capace di aggredire l'avversario con sortite veloci e disinvolte ma palesemente in difficoltà quando i rivali pigiano sull'acceleratore.
Non è un problema di uomini, né tanto meno di difensori: i piccoli guai di Mazzanti si nascondono nelle pieghe di un centrocampo che in fase di contenimento si smarrisce sin troppo spesso. Non a caso, nelle battute conclusive del match, il tecnico dei canarini ha spedito sul terreno Carletto Osellame, tipo uso a mille guerriglie. L'ex cagliaritano non è un “piè veloce”, ma sa tamponare con una certa efficacia. Ergo, la soluzione-Osellame finirà con l'imporsi, almeno nelle gare esterne.
Tornando al recentissimo presente, cioè alla partita, c'è da dire che sul piano individuale il Modena ha scontato la giornata non felicissima di Cuoghi L'ex milanista ha sì dato il suo contributo alla manovra collettiva, ma l'esuberanza agonistica si è tradotta in una nervosa partecipazione alla sfida, privata così, almeno in parte, della sua stella. Sufficienti tutti gli altri, con note di merito per Melotti, autore della prodezza balistica che ha deciso l'incontro, per Bottaro, diligente e puntuale su Sberveglieri, e per Rabitti, che non ha segnato ma si è mosso con grande agilità. In progresso anche il centravanti Gabbriellini, che pure necessita di tempo e fiducia. Della Sanremese si è già detto prima qualcosa. Compagine ordinata, trova nell'ex spallino Ogliari e nel determinatissimo (anche troppo...) Lugnan la spinta più efficace. Per i liguri, la B si chiama salvezza: hanno i numeri per centrare l'obiettivo, sebbene non sia inopportuno un ulteriore ricorso al mercato (e c'è chi sussurra di un interessamento della Sanremese per il modenese e Sandreani, attualmente “cassintegrato”, cioè senza contratto).
Ed eccoci alla cronaca. Che subito offre uno spunto antipatico: dopo appena 4', Melotti e Ferrari si scontrano casualmente e restano a terra per un po'. Dall'incidente, il libero, veterano di categoria, ricava una spinta in più. fra qualche riga il lettore curioso scoprirà l'arcano. Al 10°, primo tiro a rete del Modena, con Cuoghi, che obbliga Meani ad una difficile deviazione. Tre minuti dopo, ci prova Rabitti, che, al 17°, fa le cose in grande: una sua girata, su angolo di Re, schizza verso la porta sguarnita, ma Ogliari, appostato sulla linea, ci mette una pezza, cioè una gamba. Al 23° e al 28°, due stupidaggini della retroguardia locale offrono altrettante possibilità a Lapa e Onorini.
È il 30°: per un fallo su Rabitti, l'arbitro (pignolo anzicheno) accorda ai canarini una punizione dal limite. Barriera, manfrina consueta, proteste e, infine, spingardata di Melotti, che è uno specialista dei calci piazzati. Un bel gol, che frutta al Modena due punti e all'autore 50 bottiglie di vino buono offerte da uno dei tanti mini-sponsor della domenica (ma uno vero, per le maglie, Farina non lo trova...).
Dopo l'intervallo, i gialloblu conoscono l'affanno. Avendo vinto pochino in precampionato, dubitano assai: sicché si chiudono esageratamente sulla difensiva, finendo con l'approdare all'arma — scarica — del contropiede. Tortora si guadagna la pagnotta intervenendo su bordate di Lugnan, Sberveglieri e Monari. Il sipario cala su una felice intuizione di Osellame, che si proietta sulla fascia destra e scodella un assist prezioso per Rabitti: il biondino, inciucchito dalla fatica, consuma le ultime energie nel presentarsi puntuale sulla palla, che poi buca.
 
Mazzanti prende coraggio – Dopo il successo critiche al tandem Cuoghi-Balassina
Paolo Reggianini
“Dovevamo partire bene e ci siamo riusciti: era importantissimo”. Queste le prime parole di Gastone Mazzanti all'uscita degli spogliatoi al termine del vittorioso esordio con la Sanremese: “Naturalmente non posso dire che la squadra mi abbia soddisfatto in pieno. — prosegue il tecnico — Ci sono accorgimenti ancora da migliorare. Mi riferisco ad un Gabbriellini non ancora in perfetta condizione, a un Arzeni che deve inserirsi nel modulo di gioco, a un Cuoghi che deve entrare in pieno nella mentalità di gioco. Credo con queste parole di giustificare la prestazione non brillante di una squadra che può e deve ancora migliorare. Non dimentichiamo: una squadra che con la sua fitta ragnatela a centrocampo rende difficile la costruzione di azioni d'attacco”.
Mazzanti, durante il precampionato, aveva sempre detto che Cuoghi doveva assumere una posizione più avanzata rispetto a Barlassina, cosa che invece non è successo: “Dalla panchina ho urlato a più non posso per far rispettare gli ordini, che sono poi quelli indicati da sempre. Sono tutti accorgimenti che devono essere perfezionati e quindi mi riallaccio al discorso di prima”. A questo proposito interviene la parte chiamata in causa, Barlassina. “Non ci siamo proprio capiti — dice scuotendo la testa — non capisco perché Stefano arretrava così tanto; in questo modo dovevo girare a vuoto. Occorre una maggiore disciplina da questo punto di vista, anche perché in questo modo non c'è nessuno a dare i palloni alle punte. Riguardo le partite, prendiamoci questi due punti molto importanti”.
La difesa, in alcune circostanze, ha lasciato qualche perplessità, il tifoso medio si chiede dunque se dovremo ancora soffrire con la paura di subire reti per sviste. Tortora non concorda in questa affermazione: “Dico solo che è da rivedere un po' l'intesa, per ora non è logico porre queste critiche. L'unico appunto è che forse ci siamo rilassati un tantino di troppo in certi momenti, ma non è il caso di disperare. Ho l'impressione che ci sia stata un po' la paura di vincere, sapete, la responsabilità, dopo che è arrivato Cuoghi, è notevole. C'è poco da nascondersi. Per questo dico, prendiamoci i due punti e pensiamo a domenica prossima”.
Utilizzato a tempo pieno il bomber Gabbriellini, dal quale i tifosi attendono con ansia il primo gol. La cosa comunque più confortante è che il ragazzo ha giocato i 90' dimostrando di aver raggiunto il completo recupero: “Non potevo certo rendere al massimo — dice l'attaccante — il ginocchio è andato bene, la paura è finalmente scomparsa. Per quanto mi riguarda ho cercato di creare spazi, ho un po' faticato, ma in generale è stato un buon collaudo. Abbiamo centrato il nostro primo obiettivo della stagione, partite con i due punti, e sai bene cosa vuol dire. La partita non è stata bella, ma il tifoso si accontenti di questo risultato”.
La gioia di Melotti
Visibilmente soddisfatto a fine partita l'autore della marcatura che ha dato la prima vittoria al Modena. “Non potete immaginarvi che gioia segnare quella rete nella mia città. — dice Melotti — Di solito quando mi capita di segnare reagisco senza grossi entusiasmi, questa volta però non ci sono riuscito, ero troppo felice. Al momento del tiro ero concentratissimo, la posizione della punizione era quella ideale per me. Volevo il gol a tutti i costi. La cosa positiva per quanto riguarda la difesa è che non ci siamo lasciati sorprendere nei contropiedi, un passo alla volta riusciremo a perfezionare tutti i meccanismi”.
— Come spieghi la prova non eccessivamente brillante della squadra?
“Credo di condividere il parere dell'allenatore: — prosegue Melotti — ci sono parecchi giocatori che devono migliorare come condizione. Siamo solo all'inizio della stagione per ora puntiamo al sodo, cioè al risultato, poi cercheremo di far divertire questo pubblico così esigente”.
Per la cronaca, Melotti è uno specialista dei calci piazzati. L'anno scorso, a Rimini, tra rigori e punizioni ha segnato otto reti. Un bel bottino: a Modena, dopo il trionfale avvio di ieri, si può ben dire che è sulla strada giusta.
Il Braglia applaude Bottaro – L'esperto difensore è stato tra i migliori in una gara molto combattuta
Tortora 6. Una giornata tranquilla, vissuta senza troppi affanni. Si è un po' arrabbiato quando, nella ripresa, gli avversari hanno preso ad assediare l'area, facendosi minacciosi. Un breve conciliabolo con Melotti ha risolto la questione.
Bottaro 7. In costante progresso. Si è incollato a Sberveglieri e ne ha ridotto a zero le pretese. Una prova confortante, che evoca un antico suggerimento dell'amico Bombardi: “Quello lì è bravo come me...”.
Torroni 6,5. Senza infamia e senza lode. Nel primo tempo si appiccica a Lapa, cui offre, per eccesso di fiducia nella tattica del fuorigioco, una buona opportunità. Altro svarione poco dopo, con passaggio ad... Onorini. Ma poi si è ripreso. Ferrari 6. Corre come al solito. Ha le sue grane con Lugnan, che è rognosetto. L'esuberanza agonistica non si
traduce in appoggi lucidi: sbaglia qualche passaggio di troppo.
Osellame 6. Nel momento in cui si impone la difesa dello striminzito vantaggio, entra nella mischia. Si segnala per alcune buone giocate. In panchina soffre, ma dovrebbe starci poco.
Melotti 7. Molto bravo. E non solo per il gol: nei frangenti più delicati ha protetto la difesa con il cipiglio di un antico patriarca, Da abolire, però, la stramberia del fuorigioco.
Re 6. Non riesce ad “esplodere” come vorrebbe sulla lascia. Quando la Sanremese attacca, sulla sua sponda si vivono minuti di apprensione. Meno podismo e più raziocinio, please.
Arzeni 6,5. Si adegua alle consegne, presidiando la zona nevralgica con la sua grinta. In mezzo è indispensabile, perché sa pure ricorrere alle piccole cattiverie suggerite dal mestiere.
Barlassina 6. Deve ancora trovare una perfetta intesa con Cuoghi. I suoi tocchi sono sempre sapienti, sebbene non riesca a sfoderare lanci millimetrici. Nel complesso, un esordio tranquillo.
Gabbriellini 6. Sta migliorando. Non è ancora al cento per cento, avrà bisogno di tempo e fiducia, ma il centrattacco sta recuperando confidenza con il pallone. Belle alcune conclusioni a lato di poco.
Cuoghi 6. Sente un po' troppo l'impegno e dopo un buon avvio si innervosisce, complici forse alcune perplessità tattiche. Si becca (almeno cosi pare) un'ammonizione e litiga pure con Bordin. Ovviamente, può fare molto meglio.
Rabitti 6,5. Quando il Modena attacca, è il più vispo di tutti. Si muove con discreta baldanza, ma non trova il gol.
l.t.
Rocky
Leo Turrini
Prima telefonata della domenica sera. L'interlocutore è il presidente Messori. “Mi sto guardando i gol di Zico — dice dall'altro capo del filo — È proprio un fenomeno, un grande giocatore”.
— E il nostro Zico?
“Si riferisce a Cuoghi?”.
— Per forza.
“Beh, diciamo che avvertiva un po' troppo la tensione. Sam tornava al Braglia in una gara vera, di campionato. È un bravo ragazzo, cui l'emozione pesa ancora. In fondo, è un sentimentale”.
— È parso un po' nervoso.
“Per forza, l'hanno pure menato. Ma lui deve rendersi conto che lo meneranno sempre, proprio perché è il giocatore più forte”.
— Bene il risultato, meno bene il resto, se permette.
“Permetto, permetto. Oh, contavano i due punti. Dovevano prenderli, ce li siamo presi. Ora abbiamo una bella spinta psicologica”.
— E la Reggiana è già dietro.
“Ah, allora sarebbe bene proclamare stasera la fine del campionato. No, mi creda, noi guardiamo solo al Modena, gli altri non contano. Facciamo la nostra corsa, vedremo a giugno”.
— Anche il Rimini non ha vinto. Chissà Bergamini...
“Vincerà stasera la sfida di calcetto contro la squadra di Farina. Scherzando, potrei dire che bisogna lasciargli
qualcosa...”.
— Mazzanti è sembrato soddisfatto a metà.
“Il nostro allenatore è un tipo esigente. Ha il suo caratterino, non si accontenta mai. E poi somiglia a Rocky...”.
— A chi somiglia?
“Ma sì, a Rocky, il pugile dei film di Stallone. Finalmente trovata la grande occasione, non se la lascia sfuggire e diventa campione del mondo. Bella similitudine, no?”.
— E se poi qualcuno lo accosta a Rambo, il guerriero?
“Ah, pure Rambo è un personaggio con i suoi lati positivi. Comunque, Rocky va meglio. E la gente sta capendo, viene allo stadio, incita la squadra. Sì, a costo di apparire presuntuoso lo confesso: sono ottimista”.
Potenza di Melotti.

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